Difesa donne vittime di violenza

 Cosa c'è da sapere.  

 

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Tra le misure messe in campo dal Governo di Giorgia Meloni, un posto di primo piano merita senza ombra di dubbio, il reddito di libertà, un contributo economico per le donne vittime di violenza per favorire la loro indipendenza economica e il reinserimento, per quelle che versano in condizioni di povertà, all'interno della nostra società. 

Il sussidio corrisponde a 400 euro mensili, dalla durata annuale ed è stato riconosciuto, per ora, a quasi 3mila donne vittime di violenza. Già prevista nel 2020, il Governo Meloni può vantare il fatto di aver reso strutturale la misura, finanziandola a regime nella legge di Bilancio 2024. Non importa se italiane, cittadine comunitarie o extracomunitarie con permesso di soggiorno, oppure se con figli o meno: i requisiti per accedere al sussidio è versare in condizioni di vulnerabilità e difficoltà economica e aver attraversato il percorso di riabilitazione nei centri anti-violenza. Sarà infatti necessaria la dichiarazione del responsabile del Cav per fare domanda. E ricevere il sussidio permetterà di accedere a un'altra importante misura, che aiuterà ancora di più l'inserimento della vittima nel mondo del lavoro: uno sgravio contributivo, introdotto dall'ultima finanziaria varata dal governo Meloni, per i datori di lavoro privati che assumono disoccupate vittime di violenza. 

La cifra massima prevista è di 8mila euro l'anno e ha durata variabile a seconda del tipo di contratto: 12 mesi per i contratti a tempo determinato, 18 mesi per la stabilizzazione di un contratto a termine, 24 mesi per contratti a tempo indeterminato. Uno stanziamento, previsto dal Governo, di 12,5 milioni di euro fino al 2028.

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