Difesa animali


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E' stato creato alla Procura di Palermo un pool di magistrate, che si occuperanno degli illeciti sugli animali come misura per contrastare ogni tipo di maltrattamento sul territori inclusi il commercio abusivo di animali, le corse clandestine e i combattimenti tra cani. 

Sono state selezionate con un interpello e coordinate dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni, le quattro sostitute procuratrici che si dedicheranno agli illeciti commessi contri gli animali.

L’idea è venuta al procuratore capo Maurizio de Lucia a seguito dell'atroce morte del cane Aron, pitbull bruciato vivo dal suo proprietario. 

ll lavoro delle 4 magistrate sarà tutto orientato verso il contrasto dei combattimenti clandestini tra cani,  corse clandestine di cavalli, sfruttamento di animali per trainare carrozze e vetture turistiche. Infine anche macellazione abusiva e traffico illegale di animali da compagnia. 

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Maltrattamenti animali: quali sono le pene previste dalla legge?




In Italia, la legge che disciplina la protezione degli animali è la Legge 20 luglio 2004, n. 189, comunemente nota come "Legge Galimberti". Questa normativa stabilisce che gli animali sono esseri senzienti e che devono essere trattati con rispetto e dignità. La legge vieta espressamente qualsiasi forma di violenza e crudeltà, maltrattamento o abuso nei confronti degli animali.

Pene previste dalla legge

Le pene previste per chi commette atti di violenza nei confronti degli animali sono diverse e dipendono dalla gravità del reato. La legge prevede sanzioni penali che vanno dalla multa fino alla reclusione

Ad esempio, chi maltratta un animale domestico può essere punito con una multa che va da 3.000 a 30.000 euro e con l'interdizione perpetua dalla detenzione di animali. Nel caso di maltrattamenti gravi che causano la morte dell'animale, la pena può arrivare fino a 18 mesi di reclusione.

Nello specifico, citando l'articolo 544 del Codice penale (delitto di "Maltrattamento di animali") possiamo dire che stabilisce che: «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell'animale».

Tali leggi sembrano però al tempo d'oggi non essere sufficiente, se ne chiede allora un maggiore inasprimento. 

Il 17 febbraio, in occasione della “Giornata nazionale del gatto”, il vicepremier Matteo Salvini postava un accorato appello contro la crescita allarmante di maltrattamenti, abbandoni, uccisioni di gatti e di cani e annunciava che  «Questa piaga inaccettabile ha spinto la Lega a condurre in Parlamento due proposte:

– un disegno di legge per inasprire severamente le pene per chi si macchia di questi orrendi reati, con aggravanti per la pubblicazione online delle violenze; – l’inserimento nel ddl del nuovo Codice della Strada di una norma per la sospensione o il ritiro della patente per quei criminali che abbandonano per strada i loro animali, provocando incidenti. Una persona che non rispetta gli amici a quattro zampe è la vera BESTIA. Giù le mani». 

Aspettiamo allora fiduciosi, che qualcosa cambi in meglio! 

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