Cosa prevede il piano di pace di Trump: per trasformare Gaza in una riviera del Medio Oriente




Hanno dato la loro disponibilità a rilasciare gli ostaggi e ad avviare i negoziati per la fine della guerra a Gaza come parte del Piano proposto dal presidente americano Donald Trump. Il testo, approvato da Hamas e  dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, si divide in 20 punti, alcuni dei quali andranno ulteriomente "approfonditi" con nuovi negoziati, come richiesto dal gruppo che controlla la Striscia di Gaza. Dalla pace al rilascio degli ostaggi, fino ad arrivare anche piano per poter trasformare la zona in una "riviera del Medio Oriente", ecco quali sono i punti chiave di tale accordo.

Fine della guerra e il rilascio degli ostaggi

Nel testo è così indicato "se entrambe le parti accettano questo piano, la guerra finirà immediatamente", con Israele che dovrà sospendere tutte le operazioni militari sulla Striscia di Gaza. "Poi - prosegue ancora il testo - entro 72 ore dall'accettazione pubblica di questo accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi, vivi o morti, saranno restituiti". Delle 251 persone rapite durante l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, 47 rimangono detenute a Gaza, di cui 25 che l'esercito israeliano considera morte. In cambio, Israele rilascerà 250 prigionieri condannati all'ergastolo e 1.700 cittadini di Gaza detenuti dopo il 7 ottobre 2023, comprese tutte le donne e i bambini detenuti in questo contesto. Il piano prevede anche il ritiro di Israele da Gaza in più fasi.

La Striscia di Gaza governata temporaneamente da un governo palestinese tecnocratico e apolitico comitato responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e dei comuni per la popolazione di Gaza, secondo il piano. Supervisione e controllo da parte di un nuovo organismo internazionale di transizione, il Comitato per la Pace, che sarà guidato e presieduto degli Stati Uniti d'America Donald Trump. Di cui ne farà parte anche l'ex Primo Ministro britannico Tony Blair.

Il piano di Trump mira a "ricostruire e rivitalizzare Gaza". 

Verrà istituito un gruppo di esperti che hanno contribuito alla creazione di "alcune delle città moderne più prospere del Medio Oriente".  Ci sarà una "zona economica speciale" con tariffe preferenziali e diritti di accesso. "Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza". "Incoraggeremo le persone a rimanere e offriremo loro l'opportunità di costruire una Gaza migliore". 

L'uscita di Hamas e le forze di stabilizzazione

Il movimento islamista palestinese Hamas, che ha preso il controllo del territorio nel 2007, sarà escluso dal governo di Gaza. I suoi membri che deporranno le armi e accetteranno la "coesistenza pacifica" con Israele riceveranno un'"amnistia". Secondo il piano, coloro che desiderano lasciare Gaza beneficeranno di un "diritto di passaggio protetto verso i paesi di destinazione". Il piano prevede anche l'immediato dispiegamento di una "forza di stabilizzazione internazionale" nella Striscia di Gaza, con il supporto degli stati arabi. Questa forza addestrerà la polizia palestinese a Gaza e lavorerà per garantire la sicurezza con i vicini Israele ed Egitto. L'Indonesia ha già espresso la sua disponibilità a fornire truppe.

Lo Stato palestinese

Nel suo piano, il presidente americano prevede un ruolo per l'Autorità Nazionale Palestinese, che potrebbe alla fine "riprendere il controllo di Gaza in modo sicuro e protetto". Né esclude la creazione di uno Stato palestinese, nonostante la ferma opposizione di Netanyahu in seguito al recente riconoscimento della Palestina come Stato da parte di Francia, Regno Unito e altri Stati. "Potrebbero finalmente esserci le condizioni per aprire un percorso credibile verso l'autodeterminazione e la creazione di uno Stato palestinese, che riconosciamo come l'aspirazione del popolo palestinese", afferma la dichiarazione.

Israele: ok alla prima fase

Dopo la risposta di Hamas, il capo di Stato Maggiore israeliano, Eyal Zamir, ha ordinato alle forze israeliane (Idf) di prepararsi "per l'attuazione della prima fase del piano Trump per il rilascio degli ostaggi".  "In linea con le direttive a livello politico, il capo di Stato Maggiore ha ordinato vengano avviati i preparativi per l'attuazione della prima fase del piano Trump per il rilascio degli ostaggi", hanno comunicato dopo una riunione dei vertici militari in riferimento al testo presentato dal tycoon nei giorni scorsi dopo l'incontro alla Casa Bianca con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. La dichiarazione precisa che è stato sottolineato che "la sicurezza delle nostre forze è una priorità assoluta" e che "il capo di Stato Maggiore ha evidenziato" come "tutte le forze debbano restare vigili" e come abbia insistito sulla "necessità di una risposta rapida per eliminare qualsiasi minaccia".

L'ordine all'Idf: "Ridurre gli attacchi"

Nella notte, hanno riferito gli stessi media israeliani, e l'ufficio di Netanyahu ha confermato con una dichiarazione che "Israele è pronto per l'attuazione immediata della prima fase del piano Trump per il rilascio immediato di tutti gli ostaggi". E che "continueremo a lavorare in piena cooperazione con il presidente e il suo staff per porre fine alla guerra secondo i principi indicati da Israele, che coincidono con la visione di Trump per la fine della guerra".